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Welcome home - Ben Venuto 02


di Castellozzo02
24.09.2024    |    3.328    |    10 9.9
"Mi piacerebbe presentarti una mia amica..."
Fausto e sua moglie Chiara erano a cena quando il tintinnio di uno smartphone li informò dell’arrivo di un messaggio.
«È il tuo.» disse Chiara.
«Vediamo un po’...» mormorò Fausto e recuperò il telefono che aveva lasciato sul ripiano di fianco ai fornelli. «Numero sconosciuto.»
«Fa’ un po’ vedere.»
Fausto le allungò lo smartphone e Chiara aprì l’applicazione dei messaggi. Lesse ad alta voce «Ciao! Mi avevi dato il tuo biglietto da visita due giorni fa, quando siamo atterrati a Malpensa da Düsseldorf. Chiamami. Baci, Simona.»
«È l’hostess.» spiegò Fausto.
«L’avevo intuito.» sorrise Chiara. «Dicevi che è carina, vero?»
«Sì. Un bel fisichino e un bel viso. Ti piacerebbe.»
«Ah! Bene. Non vuoi farle uno squillo?»
«Certo.» Fausto memorizzò il numero sotto il nome “Simona Düss” e poi premette il tasto di chiamata.
«Ciao!» disse Simona avendo riconosciuto il numero.
«Ciao. Disturbo? Puoi parlare?» chiese Fausto.
«Certo, sono sola. Come stai?»
«Bene, molto bene. Vorrei rivederti.»
«Si può fare: sono in ferie per dieci giorni.»
«Perfetto. Mi piacerebbe presentarti una mia amica.»
«Ah...»
«Qualcosa non va?»
«Pensavo di fare un’uscita a due.»
«A tre potrebbe essere più divertente.»
«Cosa intendi?»
Fausto fece una pausa e scambiò uno sguardo con Chiara che gli sorrise.
«Intendo ciò che ho detto: in tre potrebbe essere più divertente.»
Sentì Simona respirare. «Non me l’aspettavo.»
«Però non sei neppure sconvolta.»
«No, sconvolta no... Però, così, al telefono...»
«Non c’è nessun obbligo. Alla peggio avrai passato una cena in piacevole compagnia. La mia amica è simpatica, molto simpatica.»
Simona esitò qualche istante «D’accordo, allora. Dove ci vediamo?»
«L’idea ti stuzzica.» affermò Fausto rise debolmente.
«Un po’ sì. Ma non voglio obblighi.»
«Quelli, mai!»
Si accordarono per vedersi sabato sera in un ristorante proposto da Simona che si trovava a metà strada.
«Perché hai detto “amica” e non “moglie”?» volle sapere Chiara dopo che il marito ebbe terminato la chiamata.
«“moglie” è una parola che spaventa.» rispose Fausto e le passò un braccio dietro la spalla. «Non mi dire che sei gelosa?»
«No, anzi. Sono curiosa. E forse hai ragione tu. Meglio essere cauti!»
Si baciarono.
*****
Simona era arrivata alle diciannove e trenta e l’appuntamento era per le venti. Aveva parcheggiato la sua utilitaria in un punto del parcheggio da cui le era possibile controllare le automobili in arrivo.
Attraverso il finestrino di una berlina, riconobbe Fausto.
Attese che la vettura svoltasse per sgusciare fuori non vista e posizionarsi al riparo degli altri veicoli.
La berlina parcheggiò a una buona distanza. Simona attese ma gli occupanti tardavano ad apparire. Lo smartphone vibrò. Era Fausto “Siamo arrivati. Sei già dentro?”
Simona attese alcuni istanti e poi registrò un vocale «Sono un po’ in ritardo. Sarò lì tra cinque minuti al massimo. Scusate!»
Poco dopo dalla vettura vide scendere Fausto e una bella donna dai capelli castani.
Si abbassò e li vide entrare nel ristorante.
Lo smartphone vibrò nuovamente “Noi siamo entrati e ti aspettiamo al tavolo.” sotto c’era lo smiley che strizzava l’occhiolino.
Simona fece qualche respiro, controllò che il vestito fosse in ordine, si piegò per guardarsi nello specchietto esterno. Il trucco era perfetto. Ancora un respiro e poi si avviò.
Entrata, si guardò attorno. Un cameriere, un uomo slanciato sui quaranta le venne incontro «È sola?»
«No, i miei amici dovrebbero essere già arrivati...» mormorò guardandosi attorno e poi li vide. Fausto si era alzato e la stava salutando agitando il braccio. Simona sorrise al cameriere e si diresse verso il tavolo.
«Eccoci!» disse sorridendo alla coppia. Scambiati i convenevoli, Fausto fece un cenno al cameriere per ordinare un giro di Prosecco e gli antipasti.
«Ma voi siete solo amici, oppure...» disse Simona dopo il brindisi.
«In realtà siamo sposati.» confessò Fausto con lo sguardo sulla tovaglia. Rise debolmente.
«Sei sua moglie?» si meravigliò Simona e Chiara annuì sorridendole. «Siamo una coppia...particolare.»
«Questo l’avevo già intuito.» Simona le restituì il sorriso.
Chiara le prese una mano e gliela strinse delicatamente. Le due donne si scambiarono uno sguardo intenso.
Poi Chiara le sussurrò all’orecchio «Avrei una voglia matta di baciare la tua bocca.»
Simona avvampò e deglutì. Mosse le labbra in un silenzioso “Anch’io.”
Fausto si stava godendo lo spettacolo sorridendo sotto i baffi. Prese una mano di sua moglie e la posò sul cazzo rigonfio.
Chiara nuovamente si avvicinò all’orecchio di Simona «Il porco ce l’ha già duro. Se potesse si segherebbe guardandoci!»
Simona fissò Fausto che ne sostenne lo sguardo.
Arrivarono gli antipasti.
Mangiarono in silenzio.
«Io ordinerò soltanto un secondo.» dichiarò Fausto «Ho idea che è meglio se mi tengo leggero, stasera.»
Chiara gli mise un braccio sulle spalle «Amore, cos’hai in mente?»
Fausto non le rispose. Fissò Simona negli occhi che si fece aria con la mano «Mamma mia, che caldo...»
Il cameriere riapparve per sparecchiare e i tre ordinarono un secondo di carne con tre contorni.
Simona non riuscì a finire la sua tagliata «Non ho molta fame.» spiegò riponendo le posate sul piatto.
«Qualcosa non andava?» chiese il cameriere.
«La carne è ottima. Ma stasera va così.» disse Simona.
Il cameriere fissò prima Fausto e poi Chiara che ne sostennero lo sguardo. Poi, con uno scatto appena percepibile, la bocca del cameriere accennò ad un inizio di sorriso.
Girò sui tacchi e se ne andò.
«Ti vorremmo invitare da noi a bere qualcosa.» buttò lì Fausto dopo aver finito il suo filetto al pepe.
«D’accordo.» rispose Simona guardandolo negli occhi per poi fissare i suoi occhi in quelli di Chiara che le stava sorridendo con aria sorniona.
«Aspettatemi alla macchina. Vado a pagare.» disse Fausto.
I tre si alzarono, le donne uscirono a fumare una sigaretta mentre l’uomo si occupava del conto.
Poi, raggiunte le due donne, propose a Simona di seguirlo e nominò il paese a cui erano diretti.
«Vado con Simona. Mi sembra più semplice.» dichiarò Chiara.
Fausto le sorrise poi la tirò a sé per baciarla sulla bocca «Ti adoro!»
Lei rise debolmente e replicò con un profondo «Ti amo!»
Poi, presa la mano della loro giovane amica, e si fece guidare verso l’utilitaria.
Fausto le seguì con lo sguardo finché disparvero tra le altre vetture del parcheggio. Nel mentre aveva fantasticato sul montarle a pecora. Le aveva immaginate nude, a quattro zampe coi loro culi sollevati e lui pronto a chiavarle passando da una figa all’altra, da un buco del culo all’altro. E poi le avrebbe dato da bere la sua sborra.
Chiara e Simona salirono sull’utilitaria e chiusero le porte.
Chiara si guardò attorno nel buio del parcheggio. «Aspetta a mettere in moto.» disse dall’oscurità.
Simona si girò verso di lei. Non ci fu bisogno di parole: si baciarono appassionatamente giocando con le lingue. «Cazzo, se sei arrapante...» mormorò Chiara accarezzando il viso della ragazza. Poi la mano scese sul seno e delicatamente lo massaggiò. Simona posò una mano sulla coscia della sua nuova amica e la strinse con la stessa delicatezza. «Non mi capita spesso che una donna mi arrivi così al cervello come te.» disse a bassa voce. I denti di Chiara biancheggiarono nel buio e ancora una volta si baciarono in profondità.
«Se lecchi come baci, mi manderai in orbita, stasera...» mormorò Chiara.
«Non vedo l’ora. Ho voglia del tuo sapore.» rispose Simona allo stesso volume.
«Staremo bene, vedrai!»
Nel percepire i fari di un’automobile che si stava approssimando, si ricomposero e Simona girò la chiave.
Giunsero a casa di Fausto e Chiara dopo venti minuti.
«Il porcone è già arrivato.» disse Chiara sorridendo, dopo aver visto l’auto di Fausto.
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